AGENDA POLITICA - Il Cammino dell'Italia tra Qualità Agricola e Sfide Internazionali: Intervista all'Onorevole Cerreto
di Michele Montefusco
Deputato di Fratelli d'Italia e membro della XIII Commissione Parlamentare (Agricoltura), l’On. Cerreto incarna l'archetipo del politico moderno, le cui azioni e visioni sono profondamente radicate nelle tematiche di tutela e sviluppo della qualità dei prodotti nostrani e delle tradizioni agricole nazionali.
Il suo impegno si traduce in un fervente sostegno a favore di politiche agricole che non solo mirano a salvaguardare l'eccellenza del Made in Italy, ma che si propongono anche di affrontare le sfide imposte dalle nuove esigenze del mercato.
L'attenzione dell'Onorevole Cerreto verso la promozione di una agricoltura competitiva lo pone al centro di dibattiti cruciali per il futuro del settore, rendendolo un punto di riferimento per gli stakeholder e i cittadini che guardano all'agricoltura non solo come fonte di sostentamento, ma anche come eredità culturale da preservare. Nel corso dell'intervista, abbiamo cercato di comprendere il ruolo e l’impatto della XIII commissione ad oggi, l’effetto degli accordi commerciali internazionali sul settore agricolo italiano e le iniziative che sono in programma alla Commissione. In questo contesto, l'intervista promette di essere non solo un'occasione per ascoltare da vicino le prospettive dell’On. Cerreto sull'agricoltura italiana, ma anche un momento di riflessione sul ruolo che le istituzioni possono giocare nel sostegno di uno dei settori più vitali del Paese.
Quali sono stati alcuni dei contributi più significativi della XIII Commissione Agricoltura fino ad ora?
“C’è un impegno profondo nell'analisi delle norme, sia governative che comunitarie europee da parte della Commissione. Fondamentale è stato il nostro approccio nell'ascoltare gli stakeholder del settore: non ci siamo limitati solo all'esame delle normative, ma abbiamo anche avviato numerose audizioni. In questo contesto, abbiamo garantito che le porte fossero sempre aperte.
Un chiaro esempio del nostro lavoro è il divieto di carne coltivata. Questa decisione è stata presa dopo un'attenta considerazione delle implicazioni e del dialogo con gli stakeholder.
Per quanto riguarda le norme comunitarie, abbiamo assunto una posizione critica nei confronti della direttiva UE sulla pesca a strascico. Il divieto imposto da questa direttiva ha causato malcontento significativo tra i professionisti del settore, e noi ci siamo attivamente opposti a tali misure. La nostra convinzione è che, se una direttiva UE genera malumore e non tiene conto delle realtà locali, allora necessita di essere rivista o contestata.
In aggiunta a questi interventi, abbiamo lavorato su 18 proposte di legge, tutte da calendarizzare per la discussione.”
Come valuta l'impatto degli accordi commerciali internazionali sul settore agricolo italiano?
"Gli accordi commerciali spaziano da quelli internazionali sotto egide di organizzazioni come la WTO, agli accordi dell'UE con paesi terzi, fino ad arrivare a quelli per le commodities. L'Italia gioca un ruolo primario in organizzazioni internazionali di rilievo, come l'OIV (Organizzazione Internazionale della Vigna e del Vino), dimostrando il nostro impegno a preservare la qualità e l'eccellenza dei nostri prodotti a livello globale.
Nel contesto della UNECE (Commissione Economica per l'Europa delle Nazioni Unite) e del COI (Consiglio Oleicolo Internazionale), l'Unione Europea negozia accordi che impattano direttamente sul nostro settore.
Il nostro obiettivo principale è salvaguardare le qualità dei prodotti italiani, intervenendo attivamente quando gli interessi qualitativi nazionali sono a rischio. Un esempio lampante di questo impegno si è visto nella difesa delle caratteristiche organolettiche dell'olio d'oliva italiano al COI, dove abbiamo contrastato proposte che avrebbero abbassato gli standard di acidità e le componenti organolettiche del prodotto, preservando e difendendo la qualità del prodotto.
Abbiamo anche esercitato un'azione decisiva contro la cancellazione dei fondi destinati alla carne rossa e al vino, due settori nei quali l'Italia è riconosciuta a livello mondiale per la sua qualità. È fondamentale riconoscere e ringraziare l'impegno costante a Bruxelles del Ministro Lollobrigida e dei funzionari del Ministero dell'agricoltura, la cui presenza e azione hanno garantito che la voce dell'Italia fosse ascoltata, proteggendo i nostri interessi e la nostra eredità qualitativa.
Particolarmente critica è stata la nostra posizione contro misure che assimilano il consumo di vino a pratiche nocive, come dimostra l'esempio dell'Irlanda, dove è stata introdotta l'etichettatura che reca la dicitura “nocivo alla salute” sulle bottiglie di vino alla stregua delle sigarette.
Questo genere di politiche non solo ledono l'immagine, la storia e l'identità, ma minano anche il concetto di localismo e tradizione.
Basti pensare al Prosecco di Valdobbiadene che con 1 miliardo di bottiglie esportate è sinonimo di qualità italiana, se passasse questa visione negativa le persone saranno spinte a comprare, ad esempio, vini dealcolati a discapito delle eccellenze italiane.
Grazie all'azione incisiva e alla presenza del Ministro Lollobrigida e dei funzionari ministeriali, che ripeto sempre stati presenti a Bruxelles, a differenza delle amministrazioni precedenti meno attente, siamo riusciti a sostenere l'immagine dei nostri prodotti e a difendere l'industria vinicola e agricola italiana da normative potenzialmente dannose.”
Qual è la sua visione per il futuro dell'agricoltura italiana?
"Sicuramente l'impegno a contribuire attivamente al rafforzamento delle filiere produttive perché in questo modo si rafforza l’agricoltura in toto. Iniziative parlamentari come quelle sul rafforzamento della filiera apistica e della filiera castanicola sono esempi emblematici di come si possa agire concretamente per supportare l'agricoltura.
Altro aspetto fondamentale della nostra visione per il futuro riguarda la necessità di velocizzare l'attività di governo. È essenziale che le politiche e le iniziative siano attuate in modo rapido ed efficace, per rispondere tempestivamente alle esigenze degli agricoltori e dell'intero comparto produttivo.
Ulteriore punto fondamentale è il riconoscimento dell'agricoltore come custode del paesaggio, una figura chiave nel preservare l'ambiente. Contrariamente a chi ritiene che l'agricoltore possa essere fonte di inquinamento, la nostra posizione, sostenuta fermamente dal Ministro Lollobrigida, è che l'agricoltore sia il primo ambientalista, un vero bioregolatore del nostro ecosistema. Per questo motivo, stiamo discutendo una legge che riconosca ufficialmente questa figura cruciale, sottolineando come l'Italia, con le sue campagne e i campi arati, debba la sua bellezza agli agricoltori che la modellano e la custodiscono.
Infine, la nostra visione include anche il rafforzamento del settore birraio, con un'attenzione particolare alla birra artigianale. La legislazione attuale, che risale a 60 anni fa, non rispecchia più le esigenze e le dinamiche del mercato odierno. È quindi nostro dovere adeguare le normative ai tempi moderni, per supportare la crescita e l'innovazione in questo settore.”