IL MERCATO D’ORIENTE ED IL BUSINESS DEL TÈ: consumo e strategie di marketing
di Antonino Castorina
Il mercato che lega l’Italia ed in generale l’Europa all’Oriente non deve essere visto in modo ostile ma come un opportunità di crescita e sviluppo per il nostro Paese specie in relazione a prodotti e culture che possiamo acquisire e rilanciare nella chiave del Made in Italy.
L’Italia è stato uno dei primi paesi in Europa ad avviare scambi commerciali con la Cina. Se torniamo indietro nel tempo già più di 2.000 anni fa la Via della SETA univa più civiltà nella necessità di intensificare scambi economici, culturali e commerciali tra l’Italia e la Cina.
In particolare, con la One Belt One Road Initiative i contatti ad alto livello tra le STORIE E CULTURE diverse si sono fatti di giorno in giorno più intensi tanto che la loro reciproca fiducia a livello politico non ha smesso di rafforzarsi.
Pechino è vista come il più grande centro di distribuzione di tè del Nord della Cina e le sue peculiarità di consumo influenzano anche il sano sviluppo del mercato del tè locale.
Sulla base di ampie analisi dei tratti caratteristici del consumo del tè a Pechino, verrà estrapolata la tattica di marketing più efficace, partendo dalla categorizzazione del prodotto, alla creazione del brand e ai canali di vendita, con lo scopo di offrire una profonda riflessione ed una spinta verso lo sviluppo del mercato del tè in un orizzonte mondiale in modo tale da poterla osservare e svilupparla anche in Italia.
La capitale Pechino ha riunito più di 8 mila aziende e case produttrici di tè provenienti da varie aree del paese, con un volume di vendita annuo di più di 12 mila tonnellate. Dal 2002 ad oggi, il turnover di capitali a Pechino ha superato i 2 miliardi di yuan ed è in crescita ogni anno; il turnover del 2014 ha superato i 3,5 miliardi, con un consumo medio a consumatore di quasi un kg di tè all’anno.
Attraverso uno sviluppo di 10 anni, Pechino ha dato vita a 8 mercati di vendita di tè a larga scala, come ad esempio il Maliandao, il JingMa, il JingShengLong o il JingMing che vanno visti come dei modelli di marketing un pezzo di brand orientale.
Il mercato di Maliandao ad esempio è il più grande centro di distribuzione di tè di Pechino e del Nord della Cina con all’interno 9 mercati del tè, più di 1300 imprese del tè, con un turnover annuo che supera gli 1,8 miliardi di yuan e con più di 15 mila impiegati.
Per fare un paragone pertinente basi pensare che se in Italia nel mercato del food facciamo riferimento al valore commerciale che può avere la Pasta o la Pizza intesi come brand in Cina questo valore è acquisito in grande parte dal te.
A causa della principale diversificazione dei consumi nel mercato di Pechino, del prezzo di vendita, della pluralità degli usi e delle caratteristiche singolari dei canali di vendita, si arriva a crescente competizione interna nel mercato del tè che ha come conseguenza quella di implementare la qualità del prodotto e rafforzarne la leadership mondiale nel commercio ed utilizzo nel settore di riferimento.
Con lo sviluppo delle tecnologie multimediali, i canali di vendita gradualmente non si sono limitati al modello commerciale al dettaglio ma si è andata avviando una nuova forma di vendita legata al mercato on line.
Sullo sfondo della strategia One Belt One Road, nel 2017 la Cina e l’Italia avevano sottoscritto un piano operativo quadriennale (2017–2020) per la cooperazione nei settori economico, culturale e delle tecnologie che va potenziato e rinnovato alla luce del fatto che l’Italia è ormai per la Cina il quinto partner commerciale in Europa, il terzo importatore di tecnologia, il quarto mercato per l’export cinese e il quinto esportatore in Cina.
Dal 2008 ad oggi le imprese cinesi, attraverso fusioni o con l’acquisto di quote azionarie, hanno investito in una serie di aziende italiane di alto livello.
Tra le operazioni più significative si segnala l’acquisizione del 65% di Pirelli da parte del gruppo ChemChina (CNCC) per 7 miliardi di euro, realizzando il maggiore investimento mai effettuato di capitali cinesi in Italia. ChemChina, secondo la classifica Forbes Global 500, è tra le prime 200 multinazionali al mondo e ad essa fanno capo numerosi marchi importanti del settore quale Aeolus Tyre. Inoltre ChemChina è uno dei primi esportatori di pneumatici al mondo, mentre Pirelli è il quinto maggior produttore, il primo sul mercato globale per qualità, nonché lo sponsor ufficiale dei pneumatici da competizione della Formula1.
Partendo dal “Te” per finire con operazioni economiche e commerciali di più ampio raggio oggi in termini di economia e sviluppo del nostro Paese non possiamo pensare all’Oriente come un pericolo ma come una risorsa.
L’Italia e L’Europa consapevoli della potenza economica che rappresenta questo segmento di economia hanno il dovere di governare i processi e metterli in un circuito virtuoso che eviti una competizione persa in partenza ed intensifichi l’interscambio commerciale costruendo una nuova, immaginaria e necessaria via della Seta Europea.
Il mercato che lega l’Italia ed in generale l’Europa all’Oriente non deve essere visto in modo ostile ma come un opportunità di crescita e sviluppo per il nostro Paese specie in relazione a prodotti e culture che possiamo acquisire e rilanciare nella chiave del Made in Italy.
L’Italia è stato uno dei primi paesi in Europa ad avviare scambi commerciali con la Cina. Se torniamo indietro nel tempo già più di 2.000 anni fa la Via della SETA univa più civiltà nella necessità di intensificare scambi economici, culturali e commerciali tra l’Italia e la Cina.
In particolare, con la One Belt One Road Initiative i contatti ad alto livello tra le STORIE E CULTURE diverse si sono fatti di giorno in giorno più intensi tanto che la loro reciproca fiducia a livello politico non ha smesso di rafforzarsi.
Pechino è vista come il più grande centro di distribuzione di tè del Nord della Cina e le sue peculiarità di consumo influenzano anche il sano sviluppo del mercato del tè locale.
Sulla base di ampie analisi dei tratti caratteristici del consumo del tè a Pechino, verrà estrapolata la tattica di marketing più efficace, partendo dalla categorizzazione del prodotto, alla creazione del brand e ai canali di vendita, con lo scopo di offrire una profonda riflessione ed una spinta verso lo sviluppo del mercato del tè in un orizzonte mondiale in modo tale da poterla osservare e svilupparla anche in Italia.
La capitale Pechino ha riunito più di 8 mila aziende e case produttrici di tè provenienti da varie aree del paese, con un volume di vendita annuo di più di 12 mila tonnellate. Dal 2002 ad oggi, il turnover di capitali a Pechino ha superato i 2 miliardi di yuan ed è in crescita ogni anno; il turnover del 2014 ha superato i 3,5 miliardi, con un consumo medio a consumatore di quasi un kg di tè all’anno.
Attraverso uno sviluppo di 10 anni, Pechino ha dato vita a 8 mercati di vendita di tè a larga scala, come ad esempio il Maliandao, il JingMa, il JingShengLong o il JingMing che vanno visti come dei modelli di marketing un pezzo di brand orientale.
Il mercato di Maliandao ad esempio è il più grande centro di distribuzione di tè di Pechino e del Nord della Cina con all’interno 9 mercati del tè, più di 1300 imprese del tè, con un turnover annuo che supera gli 1,8 miliardi di yuan e con più di 15 mila impiegati.
Per fare un paragone pertinente basi pensare che se in Italia nel mercato del food facciamo riferimento al valore commerciale che può avere la Pasta o la Pizza intesi come brand in Cina questo valore è acquisito in grande parte dal te.
A causa della principale diversificazione dei consumi nel mercato di Pechino, del prezzo di vendita, della pluralità degli usi e delle caratteristiche singolari dei canali di vendita, si arriva a crescente competizione interna nel mercato del tè che ha come conseguenza quella di implementare la qualità del prodotto e rafforzarne la leadership mondiale nel commercio ed utilizzo nel settore di riferimento.
Con lo sviluppo delle tecnologie multimediali, i canali di vendita gradualmente non si sono limitati al modello commerciale al dettaglio ma si è andata avviando una nuova forma di vendita legata al mercato on line.
Sullo sfondo della strategia One Belt One Road, nel 2017 la Cina e l’Italia avevano sottoscritto un piano operativo quadriennale (2017–2020) per la cooperazione nei settori economico, culturale e delle tecnologie che va potenziato e rinnovato alla luce del fatto che l’Italia è ormai per la Cina il quinto partner commerciale in Europa, il terzo importatore di tecnologia, il quarto mercato per l’export cinese e il quinto esportatore in Cina.
Dal 2008 ad oggi le imprese cinesi, attraverso fusioni o con l’acquisto di quote azionarie, hanno investito in una serie di aziende italiane di alto livello.
Tra le operazioni più significative si segnala l’acquisizione del 65% di Pirelli da parte del gruppo ChemChina (CNCC) per 7 miliardi di euro, realizzando il maggiore investimento mai effettuato di capitali cinesi in Italia. ChemChina, secondo la classifica Forbes Global 500, è tra le prime 200 multinazionali al mondo e ad essa fanno capo numerosi marchi importanti del settore quale Aeolus Tyre. Inoltre ChemChina è uno dei primi esportatori di pneumatici al mondo, mentre Pirelli è il quinto maggior produttore, il primo sul mercato globale per qualità, nonché lo sponsor ufficiale dei pneumatici da competizione della Formula1.
Partendo dal “Te” per finire con operazioni economiche e commerciali di più ampio raggio oggi in termini di economia e sviluppo del nostro Paese non possiamo pensare all’Oriente come un pericolo ma come una risorsa.
L’Italia e L’Europa consapevoli della potenza economica che rappresenta questo segmento di economia hanno il dovere di governare i processi e metterli in un circuito virtuoso che eviti una competizione persa in partenza ed intensifichi l’interscambio commerciale costruendo una nuova, immaginaria e necessaria via della Seta Europea.