IL VOTO ELETTRONICO E LA SFIDA DI PARTECIPAZIONE SULL’ AUTONOMIA DIFFERENZIATA
di Antonino Castorina
Nel corso del tempo le modalità di esercizio del voto sono molto cambiate ed hanno avuto come comune denominatore quello di mantenere alta l’asticella della veridicità, trasparenza e verificabilità quale massimo esercizio della democrazia rappresentativa in ogni contesto in cui essa si sia sviluppata.
Dai tempi in cui il voto non era segreto ma pubblico, e il conteggio avveniva contando le teste prima che le schede lo sviluppo e le tutela dei questo esercizio democratico ha acquisito una decisiva rilevanza nel dibattito giuridico e sociale ed una conseguente evoluzione normativa anche nella tutela e controllo della libera e determinata espressione del voto.
Non può passare sottotraccia l’evoluzione normativa che ha riguardato il “voto di scambio” come neanche il dibattito , in alcuni casi portato in procedimento penale, che ha riguardato la linearità nell’azione posta in essere dai componenti dei seggi elettorali tanto su vicende di livello locale quanto su elezioni di livello nazionale come i voti espressi all’estero con vari accadimenti dal risvolto penale che al netto di quello che sarà l’esito processuale hanno aperto un focus su come possa essere stata alterata la volontà popolare.
Se si parte dal concetto che votare vuole dire scegliere e determinare quelle che di fatto sono le decisioni che dovrebbero essere prese nell’interesse pubblico è del tutto evidente che servirebbe un metodo per favorire la più ampia partecipazione democratica nel rispetto delle regole di trasparenza e libertà di espressione di ognuno.
Rispetto a questo il Prof. Marco Schirripa ha sviluppato una interessante riflessione sulle nuove frontiere del Diritto di Voto ove ha analizzato non solo i vari sistemi di voto e l’evoluzione degli stessi ma ha sviluppato un analisi sull’effetto che l’ascesa di internet e dei social network hanno avuto nel campo dei diritti politici esaminando i vari risvolti di quello che potrà essere il futuro nell’espressione del voto ed ovvero il voto elettronico o digitale.
Se cresce la domanda di una democrazia più partecipata e si vuole garantire la certezza nella libertà del voto evitando infiltrazioni di qualsivoglia natura è del tutto evidente che la nuova prospettiva di democrazia non può che essere il voto elettronico non nella modalità della piattaforma Rousseau ma in un sistema misto garantito da controlli e veridicità nell’espressione della volontà popolare.
Questo percorso non può essere né imposto ne applicato senza una strada graduale e gradata che potrebbe o dovrebbe iniziare con i referendum popolari come quello sull’autonomia differenziata per poi svilupparsi anche nelle varie consultazioni elettorali una volta che lo si consolidi ed acquisisca credibilità.
A circa un mese dall’inizio della campagna per l’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata sembrerebbe che ci sia tanto fermento al fine di chiedere alla cittadinanza di tornare alle urne per esprimersi su quanto deciso a Roma.
Senza entrare nel merito di quanto approvato e del percorso che ha portato a tale decisione ritengo che potrebbe essere sperimentale ed importante applicare un sistema misto di voto ad un referendum popolare così importante che tocca il futuro del regionalismo così da valutare e vagliare l’efficienza di quella che a mio avviso può essere la nuova frontiera di partecipazione democratica ed in generale il futuro di quella che sarà l’espressione del voto popolare.
Se davvero si ritiene che l’Autonomia Differenziata possa cambiare in meglio o in peggio quello che oggi vivono le regioni d’Italia ed il sistema che regge il nostro Paese perché non favorire per la prima volta nella storia un sistema di partecipazione tale dove il rischio quorum non vanifichi l’esito della scelta e dove la libertà del voto possa essere garantita da un sistema misto in cui sperimentalmente e come avviene anche in altre parti del mondo la partecipazione del voto popolare sia garantito a tutti gli aventi diritto al netto della loro collocazione fisica al momento dell’ election day.
Le sfide che oggi abbiamo davanti sono quelle dell’ intelligenza artificiale, dell’economia green, dell’agenda digitale e se questi sono i temi nell’agenda politica attuale il voto elettronico non può essere e non deve essere più un Tabu né si può immaginare un limite culturale o sociale nel voto attraverso piattaforme digitale allorquando gli investimenti più importanti nel tessuto sociale e produttivo del nostro paese passano dal digitale e dall’innovazione.
Nel corso del tempo le modalità di esercizio del voto sono molto cambiate ed hanno avuto come comune denominatore quello di mantenere alta l’asticella della veridicità, trasparenza e verificabilità quale massimo esercizio della democrazia rappresentativa in ogni contesto in cui essa si sia sviluppata.
Dai tempi in cui il voto non era segreto ma pubblico, e il conteggio avveniva contando le teste prima che le schede lo sviluppo e le tutela dei questo esercizio democratico ha acquisito una decisiva rilevanza nel dibattito giuridico e sociale ed una conseguente evoluzione normativa anche nella tutela e controllo della libera e determinata espressione del voto.
Non può passare sottotraccia l’evoluzione normativa che ha riguardato il “voto di scambio” come neanche il dibattito , in alcuni casi portato in procedimento penale, che ha riguardato la linearità nell’azione posta in essere dai componenti dei seggi elettorali tanto su vicende di livello locale quanto su elezioni di livello nazionale come i voti espressi all’estero con vari accadimenti dal risvolto penale che al netto di quello che sarà l’esito processuale hanno aperto un focus su come possa essere stata alterata la volontà popolare.
Se si parte dal concetto che votare vuole dire scegliere e determinare quelle che di fatto sono le decisioni che dovrebbero essere prese nell’interesse pubblico è del tutto evidente che servirebbe un metodo per favorire la più ampia partecipazione democratica nel rispetto delle regole di trasparenza e libertà di espressione di ognuno.
Rispetto a questo il Prof. Marco Schirripa ha sviluppato una interessante riflessione sulle nuove frontiere del Diritto di Voto ove ha analizzato non solo i vari sistemi di voto e l’evoluzione degli stessi ma ha sviluppato un analisi sull’effetto che l’ascesa di internet e dei social network hanno avuto nel campo dei diritti politici esaminando i vari risvolti di quello che potrà essere il futuro nell’espressione del voto ed ovvero il voto elettronico o digitale.
Se cresce la domanda di una democrazia più partecipata e si vuole garantire la certezza nella libertà del voto evitando infiltrazioni di qualsivoglia natura è del tutto evidente che la nuova prospettiva di democrazia non può che essere il voto elettronico non nella modalità della piattaforma Rousseau ma in un sistema misto garantito da controlli e veridicità nell’espressione della volontà popolare.
Questo percorso non può essere né imposto ne applicato senza una strada graduale e gradata che potrebbe o dovrebbe iniziare con i referendum popolari come quello sull’autonomia differenziata per poi svilupparsi anche nelle varie consultazioni elettorali una volta che lo si consolidi ed acquisisca credibilità.
A circa un mese dall’inizio della campagna per l’abrogazione della legge sull’autonomia differenziata sembrerebbe che ci sia tanto fermento al fine di chiedere alla cittadinanza di tornare alle urne per esprimersi su quanto deciso a Roma.
Senza entrare nel merito di quanto approvato e del percorso che ha portato a tale decisione ritengo che potrebbe essere sperimentale ed importante applicare un sistema misto di voto ad un referendum popolare così importante che tocca il futuro del regionalismo così da valutare e vagliare l’efficienza di quella che a mio avviso può essere la nuova frontiera di partecipazione democratica ed in generale il futuro di quella che sarà l’espressione del voto popolare.
Se davvero si ritiene che l’Autonomia Differenziata possa cambiare in meglio o in peggio quello che oggi vivono le regioni d’Italia ed il sistema che regge il nostro Paese perché non favorire per la prima volta nella storia un sistema di partecipazione tale dove il rischio quorum non vanifichi l’esito della scelta e dove la libertà del voto possa essere garantita da un sistema misto in cui sperimentalmente e come avviene anche in altre parti del mondo la partecipazione del voto popolare sia garantito a tutti gli aventi diritto al netto della loro collocazione fisica al momento dell’ election day.
Le sfide che oggi abbiamo davanti sono quelle dell’ intelligenza artificiale, dell’economia green, dell’agenda digitale e se questi sono i temi nell’agenda politica attuale il voto elettronico non può essere e non deve essere più un Tabu né si può immaginare un limite culturale o sociale nel voto attraverso piattaforme digitale allorquando gli investimenti più importanti nel tessuto sociale e produttivo del nostro paese passano dal digitale e dall’innovazione.