La sfida del Pnrr nel settore Agroalimentare : dall’Hi tech ai trattori oltre 400 milioni di euro di investimenti

di Antonino Castorina



La sfida connessa all’utilizzo dei fondi del PNRR nel comparto agroalimentare ha come obiettivo quello di intervenire in modo radicale ed incisivo sul miglioramento della sostenibilità.

La prospettiva che ci viene data è quella di innovazione globale fatta di nuovi mezzi elettrici, sensori, stazioni meteo e dispositivi per ridurre l’uso di fitofarmaci.

Se questa idea da un lato può sembrare figlia di approccio futuristico e visionario in verità va intesa come un ambizione più che pragmatica e funzionale se si pensa che non solo sono già in essere bandi da 400 milioni di euro ma che il tentativo neanche troppo velato è quello di diffondere nel campo dell’agroalimentare tutte le tecnologie che favoriscono l’agricoltura di precisione al fine di avere prodotti di qualità che puntino sulla identità nazionale.

Se è un dato innegabile la disponibilità delle risorse del PNRR, vero è che pregnante è la necessità di accedere a queste risorse per trasformarle da potenziali in reali.

Rispetto a questa prospettiva tutte le regioni si sono messe in moto per accedere agli incentivi destinati dal PNRR, la sfida riguarda lo svecchia-mento del parco mezzi agricoli e l’acquisizione di soluzioni agritech nelle aziende.

Quanto previsto se realizzato sarà un intervento complessivo storico per la filiera agricola con conseguenze evidenti nel mercato nazionale ed internazionale.

Andando in concreto ed al fine di fare comprendere di cosa stiamo parlando, 400 milioni di euro saranno rivolti all’acquisto di trattori elettrici e a biometano, di strumenti per l’agricoltura di precisione volti ad innalzare il livello di sostenibilità dei processi produttivi: un approccio pragmatico che unisce qualità, analisi e risultati.

Con questa prospettiva e con queste risorse il Made in Italy andrebbe ad acquistare maggiore credibilità nel mondo potenziando l’esportazione dei prodotti italiani verificati, controllati e gestiti al meglio, l’Italia potrebbe diventare a breve il capo fila di prodotti unici ed innovativi, prodotti con tecniche avanzante e migliorando l’impronta ecologica delle produzioni agricole e zootecniche

La mappatura regionale dei 400 milioni delineata dal Piano nazionale di ripresa e resilienza secondo quanto riportato dal Sole 24 ore vede in pole position la Puglia, con 47, 6 milioni di euro, seguita da Sicilia (44,2 milioni Sardegna (30,3 milioni), Emilia Romagna(29,1) ma è del tutto evidente che l’obiettivo è il coinvolgimento a pieno di tutte le regioni.

Le tempistiche per bandi, progettazione e presentazione delle domande sono scadenzate in modo chiaro e la necessità evidente è quella non perdere tempo.

Proprio su questo, un altro aspetto che va comunque analizzato è la posizione assunta da Bruxelles sempre chiara nella necessità di sostituire i mezzi con trattori esclusivamente elettrici o a biometano, considerati poco funzionali ed inquinanti per tutto il comporto agricolo. La sostenibilità ambientale in Europa è priorità e l’Italia si deve adattare.

Di fatto la sfida che si ha difronte oltre agli aspetti green e tech riguarda anche la sicurezza sul luogo di lavoro nell’obiettivo neanche troppo velato di un ricambio che miri a rinnovare tutti i mezzi immatricolati prima del 1997.

In Italia ancora oggi registriamo oltre 100 decessi l’anno legati ad attività connesse al comparto agro-alimentare e proprio in ragione di un assenza basilare di sistemi di prevenzione quali cintura di sicurezza e rollbar che invece sarebbero presenti in questa nuova prospettiva europea.

L’innovazione è totale, la prospettiva globale, ora sta alle regioni ed all’intero comparto produttivo essere all’altezza di questa sfida.