NFT GUSTO “BUBBLE GUM”

di Simone Andreini




Nel numero di questo mese tratterò di un argomento “caldo”, mi riferisco al sistema della Blockchain, ma più in particolare, di uno specifico segmento di investimenti, i quali si sono rivelati totali perdite di tempo e di ingenti somme di denaro. Ma andiamo per step. Il mondo della Blockchain è molto vario, ogni piattaforma ha i suoi vantaggi e le sue particolarità, tuttavia, è possibile identificare sei caratteristiche comuni. La prima, fa ovviamente riferimento alla digitalizzazione e alla trasformazione dei dati. Di seguito, le altre cinque che rendono questa tecnologia molto sicura e affidabile:
Decentralizzazione. Le informazioni vengono registrate distribuendole tra più nodi per garantire sicurezza informatica;
Disintermediazione. Le piattaforme consentono di gestire le transazioni senza intermediari;
Trasparenza e Verificabilità. Il contenuto del registro è trasparente e visibile a tutti;
Programmabilità dei Trasferimenti. Possibilità di programmare determinate azioni che vengono effettuate al verificarsi di certe condizioni.
Immutabilità del Registro. Una volta scritti sul registro, i dati non possono essere modificati senza il consenso della rete.*
Tramite la verifica di unicità dell’edizione limitata e la provenienza associata a una catena di proprietà, gli artisti potranno rafforzare il valore delle loro opere e la tecnologia potrà trovare significato e scopo. La persona che afferma la proprietà di un’immagine, può essere verificata da altri tramite hash depositato su blockchain, quindi un’immagine può essere verificata come l’autentica creazione di un artista, teorizzando così la possibile creazione di un nuovo mercato, basato sulla protezione e il valore creato attorno all’arte digitale. Differenti piattaforme digitali offrono molteplici servizi, tra cui le rinomate NFTs (not fungible tokens), oggetto di questo articolo. ll titolo già denota ironicamente l’evento che si sta verificando. Infatti, Bubble dall’inglese bolla, viene definito quel fenomeno che risulta all’inizio molto redditizio, per poi esplodere, da qui il paragone con la bolla di sapone.
Sabato 3 maggio 2014, al New Museum di New York, si teneva la quinta edizione della conferenza Seven on Seven. L’evento aveva lo scopo di riunire i leader dell’arte e della tecnologia per una collaborazione creativa estesa. Tra i nomi di spicco degli speakers di quell’anno, vi erano Anil Dash e Kevin McCoy. Il primo è un imprenditore interessato allo studio dell’ottimizzazione del tempo trascorso sui social media. Il secondo è un artista affermato, votato all’esplorazione delle mutevoli condizioni riguardo a ruoli sociali, categorie, generi e forme di valore. Ad una certo punto, nella sala piena si leva una domanda: “È già possibile acquistare un’opera?”. Anil, dopo aver guardato Kevin, chiese quanto sarebbe stato disposto a pagare per aggiudicarsi un NFT. ll valore dell’opera venne fissato per quattro dollari, in pochi secondi il primo acquisto di un NFT viene compiuto. “Questo è il giorno più triste nella storia delle vendite della mia arte”, aggiunse Kevin, a trasferimento avvenuto sul wallet di Anil, come ovvia provocazione, dati i prezzi di solito molto più alti per una delle sue opere originali, ma in realtà, non aveva realizzato, di aver appena scritto l’inizio di una nuova pagina della storia dell’arte. Non sarà questa la sede dove discuteremo sulla validità e il mercato della digital art, che merita ovviamente un interesse maggiore e soprattutto, un rispetto che in poche righe non può assolutamente essere esternato. Da commerciante ed esperto nel settore dell’arte, con un focus sulla modern, street e digital, posso assicurarvi di avere almeno chiaro il concetto di opera d’arte. Nelle foto inserite nell’articolo, sono mostrate tre delle massime vendite di NFTs del “tutt’ora” celebre gruppo di “artisti” cryptopunks. Le tre immagini create probabilmente con paint, applicazione vintage che tutti sicuramente ricorderemo, sono stati venduti ad un prezzo che va da un massimo di 3.07 milioni di $ ad un minimo, usando un eufemismo, di 352,499 $. Ovviamente, qualcuno di più famoso di me, lascerebbe “ai posteri l’ardua sentenza”, ma in questo caso, oggi, mi sento di domandare a voi che leggete, nell’ipotesi, anche fantastica, di avere la disponibilità di investire un budget milionario in beni come l’arte, su quale cadrebbe la vostra scelta? Picasso o Cryptopunks? Bored Ape Yacht club o Andy Wharol?. Riaprendo la presunta pagina di storia dell’arte scritta quel 3 maggio, se questa sia una pagina bianca o nera, non sta a noi deciderlo, fatto sta che, il mercato degli NFT oggi è crollato, mentre, quello dell’arte tangibile, è sempre fiorente e cresce da secoli.