TWIN TRANSITION: lo strano incontro tra digital e green

di Urania Frattaroli




Sostenibilità ambientale, transizione digitale, sviluppo economico: tre elementi i cui piani di crescita sembrano procedere in modo indipendente. Eppure, non è così. La sinergia tra i primi due può rivelarsi fondamentali per lo sviluppo economico delle aziende e della società stessa.
La Twin Transition a supporto dell’economia
L’innovazione digitale e la responsabilità ambientale oggi si comportano da trasformatori gemelli e si supportano per generare nuovi valori sostenibili sia sul piano tecnologico che economico. Infatti, grazie allo sviluppo tecnologico è possibile controllare e ridurre gli effetti devastanti del cambiamento climatico, a beneficio non solo dell’ambiente ma anche dell’economia. Una sfida che riguarda l’intera società e che vede coinvolte in primis le imprese a cui è richiesto sempre più insistentemente un approccio completo e che abbracci insieme gli asset interni ed esterni.
La doppia transizione vede l’equilibrio e la collaborazione tra innovazione e sostenibilità. Implementare nei processi aziendali nuove pratiche, risorse e macchine tecnologicamente avanzate per rinnovare il comparto significa mettere a disposizione strumenti innovativi capaci di ottimizzare i flussi e sostenere l’economia circolare in generale. Dall’IoT, all’adozione di politiche ambientali fino all’introduzione dell’AI: il digital e la versione al green generano una trasformazione dove l’una include l’altra. La Twin Transition è sostenuta fortemente dalla Commissione Europea che riconosce in essa la svolta delle imprese e che incentiva con programmi di finanziamento pronti ad aiutare e supportare progetti che prevedano lo sviluppo concomitante di innovazione e politiche green. Progetti che tendono naturalmente ad integrare altri valori come quello dell’inclusività, in cui l’obiettivo è di tendere ad una società che possa garantire equità e fruibilità economica a chiunque. Basti pensare al Green Deal Europeo che ben promuove la doppia transizione grazie all’integrazione di tecnologie innovative per ridurre le emissioni di CO2: “Un insieme di proposte per rendere le politiche riguardanti clima, energia, trasporti e fiscalità dell’Unione Europea idonee a ridurre le emissioni nette di gas serra di almeno il 55% entro il 2030»
Di fronte a questa necessaria evoluzione dei mercati e alle esigenze dei Governi, le imprese si vedono coinvolte in un grande cambiamento che riguarda la responsabilità sociale nel senso più completo. Devono intervenire in modo significativo allo sviluppo sostenibile attraverso azioni pensate sincronicamente su più livelli. È fondamentale investire sul rimodellamento dei processi, che vede come riflesso l’evoluzione dell’intera catena di valore. L’approccio è quello di un nuovo modello di business, incentrato sulla sostenibilità (SBM) e che si applica attraverso una nuova consapevolezza delle risorse, dei loro punti di forza e di debolezza in relazione all’impatto ambientale. Ma non solo: il nuovo business model prevede l’integrazione di riconoscimenti qualitativi e quantitativi caratterizzanti la sostenibilità, come stabilito dalla nuova direttiva CSRD.
La transizione digitale e quella green, dall’animo così apparentemente diverso, interagiscono armonicamente per contribuire alla creazione di un valore condiviso e a disposizione della società grazie alla crescita economica. La tecnologia dovrebbe dunque divenire l’infrastruttura primaria abilitante su cui iniziare a progettare investimenti, includendo professionisti che guidino con attenzione le risorse per ridisegnare positivamente il futuro dell’economia delle imprese, dell’ambiente e in definitiva della società.