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LA GENERAZIONE Z PRONTA A SFIDARE IL FUTURO

2025-08-01 08:24

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News, giovani, futuro, gen-z,

LA GENERAZIONE Z PRONTA A SFIDARE IL FUTURO

di Martina Miceli

di Martina Miceli


Mi considero un’attenta osservatrice del mondo del lavoro e questo nonostante la mia giovane età. Appartengo alla cosiddetta Generazione Z e il 2025 è per me l’anno del primo esercizio del diritto di voto, l’anno della maturità e contestualmente quello della scelta del percorso universitario che mi guiderà – almeno spero – verso la professione ideale, rispetto alle attitudini che riuscirò a sviluppare e – perché no – rispetto alle aspettative che nutro verso il futuro che mi attende.
Negli ultimi quattro anni ho potuto osservare il processo evolutivo che sta registrando il mercato del lavoro da una posizione “privilegiata” e non mi riferisco soltanto all’opportunità di condurre un programma radiofonico da me ideato proprio per aprire un canale di comunicazione o, meglio, di dialogo tra i professionisti che già operano nel mondo del lavoro e noi giovani studenti e futuri lavoratori. Mi riferisco, prima di tutto, al mio status di liceale e, quindi, alla consapevolezza di avere davanti ancora un intero ciclo di studi, una sorta di periodo di decantazione, prima di iniziare a “mettersi in gioco” e poi, in quanto GenZ, a quella consapevolezza – più o meno rassegnata – che tanto il futuro (il mio e quello dei miei coetanei) dipende, per troppi aspetti, dalle decisioni che prendono i Boomers che occupano le fila della classe dirigenziale politica ed economica.
Il tono velatamente polemico di questa mia ultima considerazione è dovuto al fatto che troppo spesso nei consessi in cui si parla del rapporto tra giovani e lavoro ci si dimentica di invitare proprio quei ragazzi e quelle ragazze che, invece, vorrebbero intervenire attivamente a quei dibattiti e, magari, riuscire a dire la nostra, potendo esprimere – meglio di chiunque altro –le esigenze e le aspettative della generazione a cui apparteniamo.
Ecco perché sono rimasta piacevolmente colpita dall’evento di grandissima qualità dedicato alla “GENERAZIONE GAME CHANGER” e dalla Relazione scientifica del Prof. Francesco Delzio, Direttore del Master in Relazioni Istituzionali e Human Capital della Luiss Business School.
Un confronto – questo, si – davvero intergenerazionale che si è concluso con l’intervento del Ministro Paolo Zangrillo che ha espresso una visione innovativa sul “cantiere PA”.
Il confronto è stato animato dagli interventi di alcuni tra i “top players” under 40: Maria Cristina Pisani, Presidente del Consiglio Nazionale dei Giovani; Michele Vitiello della segreteria nazionale Forza Italia Giovani e Consulente per le relazioni istituzionali e la comunicazione CNG; Maria Anghileri, Presidente dei Giovani Imprenditori; Angelica Krystle Donati, presidente Ance Giovani; Matteo Musacci, Presidente del Gruppo Giovani Imprenditori FIPE; Riccardo Porta, Presidente dei Giovani Imprenditori di Confartigianato; Gabriele Ferrieri, Presidente Associazione Nazionale Giovani Innovatori e Alessandro Tommasi, giovane e talentuoso Manager d’impresa nonchè brillante Startupper.
Il contributo offerto da ciascuna di queste giovani eccellenze, che appartengono alla cosiddetta generazione dei Millennials e che hanno già dimostrato di essere capaci di innovare profondamente il patrimonio imprenditoriale che tutto il mondo ci invidia, ha consentito di evidenziare gli aspetti più caratterizzanti della GenZ, ovvero dei ragazzi e delle ragazze nati tra il 1997 e il 2012 che, come sostiene il Prof. Delzio sono portatori di una mappa di valori e di bisogni molto diversa dalle generazioni precedenti e che si impone come la “GENERAZIONE GAME CHANGER”, rispetto a un dibattito pubblico che – proprio come osserva acutamente Delzio – sembra fermo al Novecento.
Per riprendere le parole di Michele Vitiello, abbiamo potuto assistere – finalmente - alla dimostrazione che il patto generazionale deve trovare solide basi sull’ascolto reciproco.
Certamente un panel di giovani imprenditori particolarmente rappresentativo di una nuova leadership che sarà in grado di fare i conti, da una parte, con la trasformazione digitale che pervade anche il mondo del lavoro e che richiede competenze sempre più nuove e aggiornate, dall’altra, con un disallineamento tra domanda e offerta di lavoro aggravato non soltanto dal declino demografico ma anche da una marcata ridefinizione delle priorità esistenziali dei GenZ, visto che privilegiamo un migliore work-life balance, all’insegna del “lavorare per vivere” e non, piuttosto, “vivere per lavorare”.
In conclusione e per rispondere al quesito che ha fatto da denominatore comune alle relazioni proposte:
SI, la Generazione Z ha le potenzialità – in termini di competenze e sensibilità - per diventare la “Generazione Game Changer” e lo dimostreremo non appena prenderà forma quel cambio di paradigma da parte delle istituzioni e delle imprese che, abbandonando i vecchi modelli gerarchici, investiranno nel talento dei giovani per innovare e costruire un futuro più equo e dinamico.