di Pietro Vivone
È un tardo pomeriggio di metà maggio. I finestrini abbassati, il pallone da basket ancora sul sedile posteriore e la radio che sussurra una vecchia canzone italiana. Io e Filippo stiamo rientrando a casa dopo il suo allenamento. È stanco ma felice.
Filippo: “Papà, lo sai che mi sento forte quando corro con tutta la squadra. Però ora sono anche un po’ stanco”
Pietro: “Quando ci metti impegno e cuore, poi arriva anche la fatica. Ma è quella bella, quella che ti fa crescere, ogni passo fatto con fatica è un passo in più verso ciò che vuoi diventare. La vera protezione comincia prima della partita: si chiama allenamento. È lì che impari a muoverti nel modo giusto, a cadere senza farti troppo male, a capire quando spingere e quando fermarti. In campo, come nel lavoro, chi è preparato si difende meglio, sbaglia meno e rischia meno.”
Fa silenzio per qualche minuto, guardando fuori dal finestrino. Poi, senza distogliere lo sguardo dal paesaggio:
Filippo: “Papà, quindi anche nel lavoro ci si allena per evitare gli infortuni come facciamo noi in campo?”
Pietro: “Certo che sì! Anche nel lavoro serve allenamento: si studiano le regole, si imparano i movimenti giusti, si usano gli strumenti nel modo corretto. Più ti prepari, più lavori bene… e in sicurezza. E proprio come succede nella tua squadra, chi si allena di più sbaglia di meno. Una delle occasioni in cui si fa questo ‘allenamento’ è la fiera Ambiente Lavoro, che si terrà a Bologna il 10, 11 e 12 giugno. Lì ci si incontrano per imparare, aggiornarsi e diventare più consapevoli.”
Filippo: “Una fiera? Come quelle con i giochi e le giostre?”
Pietro: “Questa è un po’ diversa. Niente zucchero filato, ma tante idee, strumenti e soluzioni per rendere più sicuro il lavoro di ogni giorno. È il posto dove si parla di prevenzione, di rispetto per le persone, e si condividono esperienze per costruire un ambiente di lavoro più giusto.”
Filippo: “E ci sarete anche voi?”
Pietro: “Sì, FedAPI sarà presente con uno stand e con una saletta formativa dove racconteremo storie vere di imprese che ci provano davvero. Vogliamo far capire che la sicurezza non si impone, si costruisce. E per farlo servono imprenditori, lavoratori, tecnici, formatori e anche politici... tutti allo stesso tavolo.”
Filippo: “Posso venire anche io?”
Pietro: “Sarai il nostro ospite d’onore. E magari porteremo anche il tuo Gioco dell’Oca sulla sicurezza, ti ricordi?” Sorride. Lo aveva immaginato dopo aver visto una brutta notizia in TV. La sua idea era semplice ma potente: insegnare le regole della sicurezza come se fosse un gioco, dove ogni errore fa riflettere e ogni passo giusto ti avvicina al traguardo.
Filippo: “Alla fiera troverò anche cose da vedere?”
Pietro: “Assolutamente sì. Ci saranno attrezzature innovative, simulatori, strumenti ad alta tecnologia e tante persone pronte a raccontare, spiegare e confrontarsi.”
Filippo: “Proprio come una squadra.”
Pietro: “Esatto. Solo che invece di cercare il canestro, cerchiamo di evitare gli infortuni. Perché un’impresa sicura è un’impresa più forte. E un lavoratore protetto è più sereno, più efficiente e più rispettato.”
Il sole comincia a scendere dietro le colline mentre entriamo in paese. Filippo ha lo sguardo attento, nonostante la stanchezza.
Filippo: “Allora, alla fiera racconteremo che la sicurezza è un lavoro di squadra.”
Pietro: “Sì, e che nessuna impresa è davvero grande se non protegge chi ci lavora.”
Siamo nel mezzo del bosco che ci conduce a casa, mancano poche curve. Guido con calma,
Filippo è silenzioso ma attento. Ripenso alla nostra chiacchierata e mi rendo conto che anche un semplice rientro può insegnare qualcosa. Due generazioni che parlano di lavoro, rispetto e sicurezza: è così che si costruisce, giorno dopo giorno, una maggiore consapevolezza.


