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PIANO CASA 2025: un nuovo modello abitativo integrato, modelli innovativi di social housing alla rigenerazion

2025-07-31 16:21

Array( [86865] => Array ( [author_name] => Emidio SIlenzi [author_description] => [slug] => emidio-silenzi ) [87630] => Array ( [author_name] => Andrea Striano [author_description] => [slug] => andrea-striano )) no author 86807

Diritto, piano-casa, social-housing, immobili,

PIANO CASA 2025: un nuovo modello abitativo integrato, modelli innovativi di social housing alla rigenerazione urbana banca dati degli immobili

di Mirco Casiraghi

di Mirco Casiraghi


Il nuovo Piano Casa, rappresenta un programma strategico volto a dare un nuovo impulso al settore immobiliare e dell’edilizia, mediante strategie per la riorganizzazione dell’offerta abitativa riservando un occhio di riguardo al sistema di social housing, ovverosia dando un impulso ed integrando le iniziative dirette ad incentivare il settore dell’edilizia residenziale e sociale.
Le nuove politiche abitative mettono al primo posto i fabbisogni delle famiglie e della persona, adottando modelli innovativi di governance e di finanziamento dei progetti diretti a contrastare il disagio abitativo. Una delle principali novità, che rappresenta un punto cardine del sistema riorganizzativo, è rappresentata dall’attivazione della Banca Dati dell’Abitare, uno strumento diretto a mappare il patrimonio immobiliare esistente, raccogliendo ed analizzando i dati sullo stato del patrimonio abitativo e sul fabbisogno territoriale, così da garantire interventi più mirati ed efficaci per le politiche abitative.
Questo sistema innovativo di raccolta dei dati, permetterà:

  • Mappatura del patrimonio immobiliare esistente
  • Individuazione del disagio abitativo
  • Quantificazione del fabbisogno abitativo territoriale
  • Identificazione e catalogazione in base al motivo e alla gravità del disagio
Per dare una migliore attuazione alle politiche della casa, in funzione proprio della Banca Dati dell’Abitare, il Piano Casa prevede l’adozione di nuovi “sistemi abitativi flessibili”, mediante l’istituzione del modello organizzativo denominato Azienda Casa. Le nuove Aziende Casa avranno una forma giuridica privata a proprietà pubblica o mista, proprio per offrire una maggiore efficienza, dovranno essere strutturate in modo da garantire:
  • autonomia gestionale-manageriale;
  • capacità di attrazione/reperimento di risorse.
Le soluzioni abitative “flessibili” sono rappresentate dai sistemi di cohousing, ovverosia abitazioni condivise, senior housing, intese come soluzione abitative tali da armonizzare i servizi e vantaggi assistenziali e sociali, promuovendo un ambiente socialmente attivo garantendo l’indipendenza e l’autonomia di un appartamento privato con i vantaggi di servizi e attività condivise, housing intergenerazionale, quale sistema abitativo che prevede la convivenza di soggetti aventi età diverse, nel medesimo complesso residenziale, proprio per favorire e promuovere uno stile di vita solidale e comunitario tra generazioni diverse. L’attuazione di questi modelli abitativi flessivi rispondono, in termini di durata, accompagnamento e spazi a diverse esigenze abitative e tenendo in considerazione le diverse capacità di reddito. Gli interventi previsti dal Piano Casa riguardano azioni di recupero del patrimonio immobiliare esistente e di riconversione di edifici aventi altra destinazione e di rigenerazione del tessuto urbano, nonché prevedere piani e progetti calibrati sulle esigenze delle specifiche realtà territoriali, tenendo in considerazione gli aspetti territoriali e sociali.
Proprio per favorire una riorganizzazione del sistema edilizio ed abitativo, dalla nota del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, in sede di presentazione del Piano Casa, si evince che, al fine di agevolare gli operatori del settore e gli investitori, si rende necessaria una revisione normativa e strutturale del Testo Unico dell’Edilizia, diretta perseguire l’obiettivo di semplificare e chiarire le norme edilizie attraverso una legge delega che mira a:
  • integrare la disciplina edilizia e delle costruzioni, in coordinamento con la disciplina dei beni culturali e urbanistica;
  • adeguare il testo unico al riparto di competenze tra Stato e Regioni;
  • semplificare i procedimenti amministrativi con la digitalizzazione;
  • riordinare gli interventi edilizi e i relativi procedimenti, tenuto conto del relativo impatto sul territorio;
  • garantire certezza ai tempi di rilascio o formazione delle abilitazioni;
  • semplificare modalità di attestazione della legittimità dell’immobile;
  • sostenere e accompagnare la rigenerazione urbana con semplificazioni e incentivi regolatori.
L’approccio adottato si fonda sulla complementarità tra Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ed enti territoriali, tipo bottom-up, ovverosia partendo dall’ascolto e dall’analisi dei fabbisogni espressi dai singoli territori, per costruire politiche maggiormente rappresentative delle esigenze territoriali. Fondamentale è la tipologia di coinvolgimento partenariale, quale collaborazione e coinvolgimento attivo di diverse parti interessate costituiscono attività necessarie per l’individuazione delle esigenze territoriali e per la conseguente programmazione di adeguate iniziative, tali da coinvolgere attivamente anche il Terzo settore.